I vangeli, gli scettici e il gioco del telefono

Gli scettici ci provano in tutti i modi.

Alcuni scettici, a volte, hanno problemi di vista. Quando attaccano la Bibbia… Sparano alla cieca!
Sembra che stiamo giocando “battaglia navale”. Il problema è che… La nave non c’è!

Il problema degli scettici, é che ci vorrebbero far credere che i vangeli sono racconti mitologici, nei quali la vita di Gesú é stata “abbellita” dagli autori, con l’aggiunta di materiale “soprannaturale”.

Prima, gli scettici hanno accusato gli scribi, di aver alterato i manoscritti durante il corso dei secoli. Ma gli studiosi hanno controllato uno per uno, quasi seimila antichi manoscritti in greco del Nuovo Testamento, e hanno scoperto… Che sono tutti uguali! Non credendoci, anche gli scettici sono andati a verificare, e, guarda un po’… È vero!

Poi, hanno datato i vangeli secondo secolo: troppo tardi per essere credibili. Anche stavolta gli studiosi, con solide prove, hanno mostrato che sono stati finiti prima del 70 AD. Anche stavolta gli stessi scettici lo hanno dovuto ammettere.

L’ultima idea degli scettici: il gioco del telefono.

Avendo perso tutte le partite a battaglia navale, gli scettici, adesso, hanno deciso di cambiare gioco, e fare il… Gioco del telefono

Cosí oggi si sono svegliati con una nuova idea. Il materiale leggendario sarebbe stato inserito nei pochi decenni durante i quali il vangelo venne trasmesso a voce. Infatti tra Gesú e la scrittura dei vangeli, passano non piú di trent’anni.

Gli scettici non sono sempre cosí negativi e ad alcuni di loro piacciono le feste di compleanno. Dopo le candeline e la torta, la loro parte preferita è quella del gioco del telefono. I bambini formano una fila, e un messaggio viene sussurrato da un’orecchio all’altro, fino ad arrivare all’ultimo della fila, che lo dice ad alta voce. A questo punto il messaggio è stato completamente distorto e ci si fa una risata. Per gli scettici, questo é esattamente quello che sarebbe successo con la trasmissione orale del vangelo.

Possiamo veramente fare questo parallelismo?

Anche gli antichi giocavano al gioco del telefono. Ma come si chiamava? Il gioco del postino?

Sará vero? Se la trasmissione orale del vangelo è come il gioco del telefono, allora possiamo creare un gioco del telefono nel quale Gesù, gli apostoli e la chiesa, sono i giocatori, e il vangelo é il messaggio da trasmettere. Se gli scettici hanno ragione, seguendo la storia della chiesa, dovremmo vedere il parallelismo col gioco.

Gesú inizia il gioco.

Ecco la spiegazione degli scettici. Gesù stava finendo di montare una porta durante una festa di compleanno, quando….

Siamo pronti! Il gioco inizia. Gesù inizia a sussurrare il vangelo all’orecchio di Pietro… Ehm… No… Aspettate… Non è andata proprio così… Gesù predicava il vangelo pubblicamente, davanti a migliaia di persone. Quindi, Il gioco è appena iniziato e la prima regola: quella di passare il messaggio segretamente, è già stata violata.

Vabene, ma forse Gesù ha predicato solo una volta? Certamente no. Gesù ha predicato continuamente per tutta la durata del suo ministero, di circa tre anni. Forse Gesù predicava un messaggio differente ogni volta? In questo caso ogni messaggio sarebbe stato predicato una sola volta. Ma no! Gesù ripeteva sempre gli stessi concetti, anche se esposti con parole differenti. La “sostanza”, in pratica, era sempre la stessa. È anche possibile che, come fanno tutti i predicatori, le stesse parabole e similitudini, fossero ripetute a folle differenti. Anche la seconda regola: quella di non ripetere il messaggio, è stata violata.

I discepoli studenti indisciplinati?

La mamma ha chiamato Giovanni e Giacomo, per far loro un discorsetto. “Ho appena finito di parlare con Gesù. Questa è l’ultima volta che ve lo ripeto… O studiate… O andate a lavorare!

Il prossimo giocatore non è uno solo, ma è rappresentato da un gruppo di settanta persone. Gesù scelse i suoi discepoli e insegnava loro come un maestro insegna ai suoi studenti. Tanto che questi lo chiamavanorabbi“, che vuol dire proprio “maestro”.

Esiste un modo per il quale, il messaggio potrebbe essere stato distorto: ovvero se i discepoli non fossero stati buoni studenti.

Prima di tutto dobbiamo considerare che i discepoli seguivano Gesù, volontariamente. Nessuno li obbligava, e nessuno li pagava, anzi lasciarono tutto: mogli, figli case, terre e lavoro, per seguirlo. Quindi ciò che segue è scontato.

Erano assenteisti? No, I discepoli seguirono Gesù e vissero con lui dall’inizio, dopo il suo battesimo, fino al giorno del suo arresto.

Erano distratti? Gesù faceva miracoli. È difficile distrarsi quando qualcuno resuscita i morti. Inoltre erano personalmente interessati ad assorbire gli insegnamenti di Gesù. Quindi, la risposta è no. Erano presenti, attenti, e, per questo, ottimi testimoni oculari.

Ricordavano gli eventi e gli insegnamenti? Eventi come quelli erano impossibili da dimenticare. Gli insegnamenti, repetuti centinaia di volte, erano ben impressi nella loro memoria. Per assicurarselo Gesù usava: parabole, giochi di parole, testo poetico, immagini mentali, similitudini e così via. Tanto che perfino noi, usiamo ancora alcune delle sue frasi, come “Dai a Cesare quel che è di Cesare”, nel parlare di tutti i giorni.

A proposito… Sapevate che la memoria degli antichi era molto più allenata della nostra? A quei tempi non si studiava sui libri, ma a memoria. La scrittura era vista come un elemento secondario, mentre si riteneva che la persona saggia fosse quella con molte nozioni impresse nella memoria. In ogni caso, chi sapeva scrivere, poteva prendere appunti su tavolette di cera. Queste erano molto diffuse nel mondo antico. Il loro vantaggio era nel fatto che potevano essere riutilizzate. Le lettere venivano incise nella cera con uno stilo. Lo stesso stilo, veniva riscaldato nella parte superiore per cancellare la tavoletta. Per questo erano usate anche in altri ambiti della vita quotidiana. Non possiamo, perció, escludere la possibilitá che, discepoli alfabetizzati come Matteo, prendessero anche note scritte.

Quindi possiamo concludere che i discepoli ricordavano gli insegnamenti, parola per parola, quando necessario, ed erano molto bravi in questo.

Un bastimento carico carico di… Discepoli!

Saliti sull’autobus i 70 discepoli si resero conto… che avevano perso le chiavi del cenacolo!

I famosi dodici discepoli erano quelli più vicini a Gesù. Luca ci racconta checi furono settanta discepoli. Questo è un numero considerevole. Pensiamoci bene, se nel primo secolo ci fossero stati gli autobus, avremmo potuto riempirne uno intero di discepoli! Diciamo pure che uno di loro, non avesse capito bene qualcosa, o si fosse perso qualche evento: tutti gli altri glielo avrebbero detto o ripetuto.

Mettiamola così: pensiamo ad un evento importante in diretta, nel quale settanta telecamere sono accese per riprendere ogni dettaglio.

I discepoli fanno gli esami.

Giovanni e Giacomo entrarono nel villaggio, salirono sul pulpito, e avuta l’attenzione della folla, si resero conto che… si erano scordati tutto! Per lo meno sapevano… Ballare e cantare! Quello sì che fu…. Un grande successo!

Gesù chiama i discepoli:”apostoli”, che in greco vuol dire:”messaggeri”, e li manda davanti a lui a predicare da soli nei villaggi nei quali voleva andare. Sicuramente, per svolgere questo compito, dovevano capire bene cosa dire, e metterci tutto l’impegno possibile per non sbagliare. Immaginate che figuraccia sarebbe stata predicare il vangelo tutto sbagliato, per poi essere ripresi e corretti pubblicamente da Gesù.

Gesú rispetta almeno una regola.

Gesù torna in cielo e lascia il compito di predicare il vangelo agli apostoli. Così gli apostoli… Hanno un attacco d’ansia!

L’unica regola del gioco del telefono che Gesù ha rispettato, è stata quella di “uscire di scena”, e lasciare agli apostoli il compito di predicare il vangelo.

Il piano segreto.

Il matrimonio è come l’apostolato. Quando hai scoperto quello che ti aspetta… non puoi più tornare indietro.

Gesù aveva predetto più volte che sarebbe stato crocifisso e che sarebbe risorto. Questo ci mostra che il suo piano era quello di preparare gli apostoli al loro ministero. Questo richiedeva che essi fossero ben preparati per predicare il vangelo, una volta che li avesse lasciati “camminare” da soli.

I discepoli “scendono in piazza”.

Pietro parlando con la suocera: “Sono molto entusiasta! Questo nuovo lavoro è così facile! Devo solo andare nel cortile del tempio e dire ad alta voce quello che ho imparato a memoria! Ho un segreto da dirti però…. Non lo dire a nessuno… Ma sono stato raccomandato… Dal Figlio del Capo!”

Gli apostoli hanno passato il vangelo segretamente? Ovviamente no. Essi hanno predicato il vangelo pubblicamente, correndo ogni volta il rischio di essere lapidati.

Hanno predicato una sola volta? No. Il vangelo venne da loro predicato più volte, ripetutamente, in luoghi differenti. Per esempio, Pietro predicava costantemente nel tempio di Gerusalemme, tanto che i leader giudei lo minacciarono e non funzionando, lo imprigionarono.

Hanno predicato un vangelo diverso da quello che Gesù aveva passato loro? Certamente, come possiamo vedere dalle loro lettere, no. In esse, infatti, troviamo la stessa teologia presentata nei vangeli da Gesù. Per gli storici, il principio delle fonti multiple conferma l’autenticità di questi testi. Infatti i vangeli e le lettere sono stati scritti da autori differenti, ma confermano le stesse informazioni.

I discepoli si inventano tutto?

Giovanni è arrabbiato con Giacomo: “Il tuo piano non funziona! Non avevi detto che questa storia della resurrezione… Piaceva alle donne?”!

Gli apostoli hanno distorto volontariamente il messaggio di Gesù? Nessuno mente senza motivo. Per mentire è necessario un movente. Ma i discepoli non hanno guadagnato nulla dalla loro testimonianza, anzi, per essa hanno sofferto e sono stati perseguitati. Se ci pensiamo bene, sarebbe stato, per loro, più facile mentire, e risparmiarsi molti problemi, che dire la verità e affrontarne le conseguenze. Se i discepoli stavano mentendo, come spieghiamo il loro comportamento? La spiegazione più plausibile è che stavano dicendo la verità. La loro testimonianza, perciò, non è esagerata o fabbricata, ma corrisponde a ciò che realmente avevano visto e sentito.

Il messaggio del gioco é una “cheat”.

Quando Gesù apparve, ai discepoli sembrava di stare nel film… Matrix!

E allora Tommaso? Pillola rossa o pillola blu?

Il motivo per il quale i discepoli hanno iniziato a predicare, è perché Gesù stesso, resuscitato dai morti, gli è apparso, e glielo ha chiesto. Mettetevi nei panni dei discepoli, se Gesù resuscitato vi apparisse e vi chiedesse di andare a predicare il vangelo che fareste? Prima di decidere, è bene conoscere anche il contenuto del messaggio di Gesù.

Riassumento il vangelo dice che tutti abbiamo peccato ribellandoci contro Dio, e un giorno saremo da lui giudicati con giustizia perfetta. Per questo ci aspetta la terribile punizione eterna. Ma Gesù è morto sulla croce, pagando il prezzo dei nostri peccati, così che, se crediamo in lui, e, di conseguenzs mettiamo in pratica le sue parole, obbedendo a Dio, saremo giustificati dalla nostra fede. Questo comporta che non saremo più puniti, ma verremo invece premiati infinitamente, con il regno dei cieli e la vita eterna. Gesù ci ha mostrato che tutto questo è vero, resuscitando lui stesso dai morti.

In pratica i discepoli hanno adesso due opzioni: mentire ed essere eternamente puniti, o dire la verità ed essere probabilmente uccisi dai capi dei sacerdoti, ma guadagnando la ricompensa eterna finale. Ovviamente la seconda sembra la migliore.

Nascono le prime chiese.

Nelle prime chiese, i membri della congregazione, praticamente, vivevano tutti insieme… praticamente come io, mia moglie… e i suoi parenti. Ma realmente… immaginatevi se anche oggi, membrandovi in una chiesa… ci dovreste vivere insieme!

Nel famoso giorno della pentecoste, i discepoli iniziano a predicare. Molti ascoltatori si convertono, e si forma la chiesa primitiva, che rappresenta il terzo giocatore nel nostro ipotetico gioco del telefono. Nello stesso modo nel quale i discepoli avevano ricevuto il vangelo da Gesù, la chiesa primitiva lo riceveva dai discepoli. Se qualcuno della congregazione non avesse capito, gli altri lo aiutavano.

Un esempio moderno di comunitá autocontrollata.

Nelle comunità on line ho trovato le soluzioni ai miei problemi tecnologici. Ho configurato il pc, la TV e il cellulare. L’unica cos che non ho trovato è come configurare il telefono…. Del gioco del telefono!

Questo mi fa venire in mente il campo della programmazione ai giorni d’oggi. Quando un programmatore non sa come risolvere un problema legato al codice, va su internet, dove trova comunità di milioni di persone per aiutarlo. Il risultato è che quasi nessuno compra più libri sui linguaggi di programmazione: cercare informazioni online e molto più veloce e pratico. In queste comunità, se qualcuno posta un codice mal funzionante, gli altri utenti, commentando, lo segnalano. Gli stessi utenti votano la soluzione migliore tra quelle postate dagli utenti. Non esiste un controllo formale sulle risposte da parte di un gestore. Esiste, invece, un controllo informale da parte di tutta la comunità. Questo è esattamente quello che succedeva con le chiese e il vangelo.

Paolo “scende in campo” e infrange tutte le regole.

Paolo è come quel tizio, che, in ritardo per la chiusura di un contratto, sorpassa una macchina che andava piano, e insulta il guidatore. Dopo, arrivato alla riunione, scopre che il cliente era il guidatore. Solo che nel caso di Paolo, il guidatore era… Dio!

Il vangelo si diffonde tra i giudei. Molti riconoscono Gesù come il Messia promesso nell’Antico Testamento. Altri lo vedono come un impostore e blasfematore. I leader giudei hanno due opzioni: riconoscere che hanno fatto uccidere il Messia, o perseguitare i cristiani come blasfemi. Essi, prevedibilmente, scelgono la seconda. Uno di loro è Saulo, un giovane fariseo che diventerà poi Paolo.

Paolo viaggia verso Damasco a caccia di cristiani. Durante il viaggio gli appare Gesù, che gli passa il vangelo. Paolo si converte, e diventa il quarto giocatore.

Paolo riceve il vangelo prima da Gesù, poi dalla chiesa, e infine dai discepoli Pietro e Giacomo. Come giocatore ha già trasgredito tutte le regole, consultandosi con tutti gli altri giocatori, incluso il primo.

Nascono le chiese dei gentili.

Gli apostoli controllavano il messaggio passato alle nuove chiese. Purtroppo per quelli di Antinochia era ormai troppo tardi per tornare indietro. Il pastore li aveva già… circoncisi tutti!

Gesù comanda a Paolo di predicare il vangelo ai “gentili”, che non sono persone cortesi, ma bensì tutti i popoli non giudei. Paolo passa il resto della sua vita viaggiando per tutto il mondo antico e predicando il vangelo. È cosi che nascono chiese in ogni dove, e rappresentano il quinto ed ultimo giocatore del nostro gioco.

Man mano che nascono nuove chiese, Paolo e gli altri apostoli si assicurano che il messaggio venga passato correttamente, visitandole e scrivendo lettere. Questo è sicuramente contro le regole del gioco del telefono.

Ancora una volta: Paolo ha passato il vangelo segretamente? No. Ha predicato solo una volta? No. Ha distorto il messaggio? No. Le sue lettere nel Nuovo Testamento lo dimostrano.

I falsi insegnanti cercano di far funzionare il gioco.

Pensavano di diventare ricchi, avere molte donne e vincere alle elezioni. Gli apostoli li hanno corretti. Ricchi? Dividendo con altri 5000. Donne? Massimo una, per tutta la vita. Popolari? Forse si, ma una volta sola… Al Colosseo!

Nel Nuovo Testamento vediamo come alcuni avessero alterato il messaggio, usandolo per i propri scopi. Questi vengono chiamati dagli apostoli: “falsi insegnanti”, e la chiesa viene avvisata più volte, nelle lettere, a prestare attenzione, isolare e ignorare questo tipo di impostori. Nel primo secolo, la chiesa sapeva riconoscere gli impostori, e tutta la comunità era in grado di contestare un insegnamento che contraddicesse quelli di Gesù. In ogni caso, l’ultima parola spettava sempre agli apostoli, ai quali Gesù aveva dato l’autorità ricevuta dal Padre. La chiesa credeva in questo e perciò, li ascoltava e obbediva alle loro direttive.

In questo contesto sentiamo spesso parlare di “autorità apostolica“. Gli apostoli avevano il compito di individuare, riprendere, e correggere ogni errore nell’insegnamento del vangelo e della parola di Dio, nella chiesa del primo secolo. Ed è questo che vediamo succedere nelle epistole

È come un gioco del telefono nel quale il secondo e il quarto giocatore correggono il quinto, se quest’ultimo, sta alterando il messaggio.

La punchline finale.

Questa festa è una gabbia di matti! Al gioco del telefono Il primo giocatore ci ha fatto imparare il messaggio a memoria. Il secondo ce lo ha scritto su un bigliettino. Alla fine, al momento degli auguri, il primo giocatore ha trasformato tutta l’acqua in vino, e se n’è… volato via dal balcone!

E adesso il gran finale! Le chiese dei gentili scrivono i quattro vangeli! Ehm… No… A farlo sono i discepoli Matteo e Giovanni, e i collaboratori apostolici Marco e Luca.

È come un gioco del telefono nel quale il messaggio viene detto ad alta voce dal secondo e dal terzo giocatore.

Magari Marco e Luca, non avendo sentito il messaggio direttamente da Gesù, lo avevano capito male? Può pur essere vero che Marco e Luca non conobbero personalmente Gesù, ma è anche vero che ambedue vissero, per anni. a stretto contatto con Paolo e Pietro, avendo la possibilità di intervistarli e togliere ogni dubbio.

Concludendo

È stato annunciato pubblicamente. È stato ripetuto migliaia di volte. È stato imparato a memoria. È stato controllato dalla comunità. È stato supervisionato dai giocatori 1 e 2. E alla fine… È stato distorto?

La trasmissione orale dei vangeli è come il gioco del telefono? Rispondete voi!

Grazie per aver letto. Ripeto: grazie per aver letto

Per aver seguito… Vi sono grato. Per la vostra attenzione… Vi sono grato. Per il vostro interesse… Vi sono grato. Per il vostro supporto… Vi sono grato. Per aver capito… Vi sono grato.

Grazie, grazie, grazie e arrivederci al prossimo post!